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I Gaia
I Gaia
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Trascrivo fedelmente dallo studio di Pietro Cadei: Chiamata in origine De Calegari, sarebbe oriunda non di Clusone, come lasciò scritto Decio Celeri (m.s. 2425 Bibl. Marinoni), ma di Cerete. Infatti nel 1467 ci incontriamo con un Lamagno f.q. Bertulino Petri Calegari di Cerete habit. Lueri (pergamena Bibl. Marinoni) e nel 1509 in un Betinus f.q. Bartolomei dicti Gai de Calegari, abitante da più di 25 anni in Lovere (pergamena Bibl. Marinoni).Col commercio della lana si arricchirono ben presto e presa stanza in Bolzano, dove tenevano deposito della loro merce, entrarono nelle grazie dei principi d’Austria i figli di Bernardino e Ottavio: Giambattista, Vittorio e Francesco, chiamati come consiglieri alla camera delle Provincie Superiori Austriache a Innsbruck. Per questo ottennero da Ferdinando un titolo di nobiltà nell’anno 1642. E’ dono della famiglia Gaia il bellissimo ostensorio d’argento di stile gotico a colonnette eleganti con statuine e fiori finissimi, opera del Cesello del 1486. Da parte nostra non possiamo che confermare l’origine ceretese della famiglia Gaia. Siamo infatti a conoscenza dell’atto notarile del 1407 del notaio Giacomo fu Giovanni Ferri, che nomina più volte Pietro fu Giovanni De Calegaris de Novezio, nel comune di Cerete. Inoltre l’elencazione dei beni formanti il beneficio della parrocchia di S.Vincenzo in Cerete (1543) e quella delle proprietà Ferri (1560), legate al funzionamento della Cappellania istituita da don Silvestro, fanno preciso riferimento, quali confinanti, a Zambono e Bartolomeo fu Antonio de Calegaris, per terreni a Novezio, a Domenico fu Comino Gaia e Como Gaia, per appezzamenti nella Valle dell’Orso e nei Cedrini. La parrocchia di Cerete Alto conserva pure della famiglia Gaia un calice d’ argento, sulla cui base sono incise queste parole: ex domo dom.e Gaie ad honorem S.S. Philippi et Iacobi. Certamente è stato un dono fatto alla prima chiesa parrocchiale di Cerete Alto, quindi di data non posteriore a quella dell’ ostensorio di Lovere
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